tag:blogger.com,1999:blog-2312764432946826192.post7419196872538409492..comments2023-06-04T16:12:23.204+02:00Comments on El Pidgin Makan: La partecipazione come mezzo o come fine.Giancarlo Chttp://www.blogger.com/profile/16192975692146038128noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2312764432946826192.post-74610386473875743342010-12-20T12:00:41.907+01:002010-12-20T12:00:41.907+01:00ciao matthew
mi sembra una bella riflessione la tu...ciao matthew<br />mi sembra una bella riflessione la tua e anche il tuo scmabio con george. si credo che in definitia bisogna mettere insime le due parole partecipazione-appropriazione, e l'appropriazione nasce dal desiderio, tu la chiami voglia... ed è proprio è quello che si deve far scoccare con la partecipazione! spazio desiderato è spazio di cui si sente crescere un sentimento che sia sempre più proprio, che permette poi di predersene cura.<br />bene<br />il proffrancesco carerihttps://www.blogger.com/profile/14992312126898780800noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2312764432946826192.post-14647122691806729092010-11-20T13:27:51.130+01:002010-11-20T13:27:51.130+01:00dopo aver letto il commento ho riletto a mente fre...dopo aver letto il commento ho riletto a mente fredda quello che ho scritto.<br />credo che la difficoltà di esprimere il pensiero riguardante la prima parte vada in parallelo con la difficoltà di agire in maniera concreta nei primi 3 giorni di workshop mentre la seconda parte mi viene più scorrevole proprio perchè a quel punto erano diminuiti i pensieri "contorti" e contrastanti.<br />Comunque si, sono d'accordo con quello che dici: prima di poter pensare di creare uno spazio comune bisogna avere la voglia, quest'ultima ti spinge ad affrontare quei "problemi" che prima non ti poni, per arrivare un giorno ad avere un vero e proprio spazio comune... però non lo ottieni se non hai mai quella voglia, quella spinta. Certo, è vero per tutte le cose che per ottenerle devi prima volerle, ma qui non si parla del colore delle piastrelle del bagno della casa che si sta aggiustando uno degli occupanti ma di uno spazio che coinvolge tutti e spero che la nostra presenza gli abbia fatto venire la voglia di provare a sfruttare i potenziali spazi comuni che hanno. Non mi sentirò certo offeso se un giorno decidono di levare i pannelli dalla sala bambini perchè non gli piacciono anzi, mi sentirei gratificato perchè sarebbe un'indicazione di critica nei confronti di uno spazio che prima non consideravano, sarebbe a mio parere la voglia di far evolvere lo spazio comune e quindi farlo ancora più loro.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2312764432946826192.post-51280149924320919212010-11-20T12:18:29.568+01:002010-11-20T12:18:29.568+01:00ciao Matthew,
eccellente, ho apprezzato davvero m...ciao Matthew, <br />eccellente, ho apprezzato davvero molto. Ti poni delle domande più che legittime e rispondi in modo abbastanza esaustivo: come ho detto ad altri (piccola critica) sarebbe stato meglio rimaneggiare un po’ di più la prima parte per poi potersi dilungare nella seconda... ma va molto bene comunque, getta le basi per altre riflessioni che verranno in futuro. L’ultima frase in particolare raccoglie in poche parole il senso di tutta l’operazione (mia opinione): appartenenza, memoria, collettività... ovvero “l’idea di uno spazio comune”, quasi in senso platonico, qualcosa che viene prima dello spazio comune stesso... Sei d’accordo? <br />Bravissimo ancora.georgehttps://www.blogger.com/profile/02135064792604255324noreply@blogger.com