venerdì 19 novembre 2010

Metropoliz e le Potenzialità del Confronto

Personalmente, mi è capitato diverse volte (e per diversi motivi) di vivere in un posto senza riconoscermi come parte integrante del luogo, di sentirmi più ospite che abitante.
Forse è per questo che lunedì, entrando per la prima volta a Metropoliz, ho percepito un senso di disgregazione, rimanendo colpito da spazi comuni apparentemente privi di vita e dalla distanza fisica tra i vari nuclei abitativi.
Ho pensato che chi viveva quegli spazi non li percepisse come propri, che non si sentisse (ancora) parte di una comunità.
Ed è per questo che, a mio parere, la graduale crescita del senso di appartenenza da parte degli abitanti e del loro coinvolgimento in rapporto al luogo e alla comunità, manifestata con una loro sempre più attiva partecipazione alle fasi decisionali/realizzative e celebrata nella festa di sabato, rappresenta il risultato più significativo ottenuto in questo workshop. E, per noi studenti, la lezione più importante.
La compartecipazione nelle fasi di definizione ma soprattutto di realizzazione degli spazi comuni accresce evidentemente il senso di appartenenza e contribuisce sensibilmente (anche e soprattutto attraverso i vari screzi, dissapori, problemi che possono emergere) al processo di aggregazione tra gli abitanti.
Perché è soprattutto un’occasione di confronto, ed il confronto reciproco è necessario per crescere e per riconoscersi, sia a livello personale che sociale.
Il workshop è stato senza dubbio un’eccezionale occasione di confronto: tra gli abitanti e noi studenti, tra gli abitanti stessi e le loro diverse culture.. per molti di noi studenti è stata forse la prima occasione per confrontarci con una “nostra” architettura costruita.
In linea di principio penso che ogni architetto dovrebbe essere “condannato” ^^ a vivere, in base alle possibilità spazio-temporali del caso, le proprie architetture; a confrontarsi direttamente con esse, per capirne le potenzialità espresse ma soprattutto per subirne direttamente gli errori e le incongruenze. Per imparare e crescere.
Sogno delle Facoltà di Architettura che diano la possibilità agli studenti di auto-costruirsi degli spazi e di viverli; non sarebbe interessante lasciare agli studenti la possibilità di costruirsi ed abitare (per la durata del proprio corso regolare di studi, magari a partire dal secondo anno) il proprio alloggio all’interno di apposite aree-laboratorio attrezzate? magari smantellando periodicamente.. riciclando materiali per ricostruire.. imparando a progettare architettura partendo dal basso, dalle piccole cose.. D’altra parte, tra gli altri, lo proponeva già F.L. Wright ai suoi studenti a Taliesin.
Ma per ora è solo un’idea, forse una provocazione. Anzi, un sogno.

Giorgio Di Ludovico

1 commento:

  1. ciao Giorgio,

    molto molto bene. Evidenzi i concetti di partecipazione e appartenenza e chiarisci come il processo abbia coinvolto più persone giorno dopo giorno, esplicitando come ciò non valga (o ciò non debba valere) solo per l'aspetto realizzativo ma anche per quello decisionale.
    Benissimo anche sulla 'condanna', vista anch'essa come un confronto continuo per poter imparare dagli errori fatti e migliorare.
    Sulla conclusione: in alcuni posti già si fa, no? Molto bene comunque che riporti tutta l'esperienza e le considerazioni su Metropoliz a una realtà che vivi quotidianamente. Ottimo.

    Giorgio

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