lunedì 22 novembre 2010

De Metropoliz à Métropole (di Jérôme Bertrand)

De Metropoliz à Métropole

Tout d’abord, j’aimerai souligner que ce Workshop a été pour moi une expérience pleinement enrichissante et pour le moins étonnante. Jamais je n’aurai imaginé effectuer une telle mission en choisissant ce groupe de travail. En effet, l’univers urbain avec ses règles et ses codes sociaux nous est familier et rassurant, mais en pénétrant dans ce microcosme, cette ville au cœur de la ville qui symbolise en quelque sorte l’inconnu, tous nos repères allaient bientôt voler en éclats. C’est donc avec énormément d’appréhension et de préjugés que je me suis rendu dans ce lieu insolite qu’est Metropoliz.

Et étrangement, en découvrant l’ancienne usine désaffectée et le site de Metropoliz je n’ai pas été effrayé mais plutôt fasciné. Il est très facile d’imaginer une multitude d’histoires en parcourant les nombreux espaces de ce bâtiment et toutes les potentialités qu’il offre.

Puis nous avons rencontré les habitants de cet endroit qui nous ont ouvert leur foyer et avec qui nous avons parlé, échangé... J’ai trouvé cet instant particulièrement intéressant puisqu’il laisse entrevoir comment un regroupement de plusieurs individus, chacun porteur d’une histoire et d’une culture, amorce les mécanismes d’organisation d’une société, même à petite échelle comme ici. De plus, nous pouvons sentir entres ces personnes une vraie solidarité.

Cependant, l’existence de cette société « illégale » et notre intervention par l’aménagement d’espaces dédiés aux habitants ne résout en rien un problème qui semble récurrent pour ces personnes, celui de l’intégration. Effectivement, en vivant dans cet espace aux allures de forteresse, je crois que ces occupants vivent en quelque sorte en autarcie alors qu’il leur faudrait penser un moyen de connecté Métropoliz à la métropole de Rome, dans le but de les intégrer et de faire évoluer leur situation.

Il me paraît donc tout à fait opportun d’encourager des interventions in situ tel que nous l’avons fait, car leur impacte semble bien plus fort et plus marquant qu’un travail conceptuel et mental réalisé sur papier, comme nous avons l’habitude de le faire avec le projet d’architecture par exemple. Aussi, c’est en ce sens que cette expérience a été pour moi extrêmement enrichissante. En effet, à l’image du personnage de Candide dans l’œuvre de Voltaire, qui grandit intellectuellement au fil de ses périples et mésaventures pour finalement devenir un homme accomplit à la fin du récit. Je pense que cette démarche a eu sur moi un impact beaucoup plus fort que je ne l’aurai imaginé. Et si ce changement d’opinion m’a concerné, il faut également donner cette opportunité à d’autres personnes car le contact permet d’apprécier la différence. Quand je suis arrivé à Metropoliz j’avais beaucoup de préjugés en tête et presque un peu peur de ces habitants que je pensais différents de moi, mais après une semaine passée dans ce lieu mon regard a complètement changé et j’étais mélancolique à l’idée de devoir quitter cet endroit et ces occupants. D’ailleurs, l’infime part de travail que nous avons accomplis pour les habitants de Metropoliz me paraît bien dérisoire face aux richesses, tant culturelles et humaines, que ces personnes nous ont donné en retour.



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Innanzitutto, amerò sottolineare che questo Workshop sia stato per me un'esperienza pienamente arricchita e perlomeno stupefacente. Mai non avrò immaginato effettuare una tale missione scegliendo questo gruppo di lavoro. Difatti, l'universo urbano con le sue regole ed i suoi codici sociali ci sono familiare e rassicurante, ma penetrando in questo microcosmo, questa città al questa città al c.ur della città che simboleggia in qualche modo l'ignoto, tutti i nostri riferimenti andavano a rubare presto in Questo è dunque con moltissimo apprensione e di pregiudizi che mi sono reso in questo luogo insolito che è Metropoliz.

E stranamente, scoprendo la vecchia fabbrica disabilitata ed il sito di Metropoliz non sono stato spaventato ma piuttosto affascinato. È molto facile immaginare una moltitudine di storie percorrendo i numerosi spazi di questo edificio e tutte le potenzialità che offre.

Poi abbiamo incontrato gli abitanti di questo luogo che ci hanno aperto il loro focolare e con che abbiamo parlato, scambiato... Ho trovato questo istante particolarmente interessante poiché lascia intravedere come un raggruppamento di parecchi individui, ciascuno portatore di una storia e di una cultura, inizia i meccanismi di organizzazione di una società, stesso a piccola scala come qui. Di più, possiamo sentire introduci queste persone una vera solidarietà.

Tuttavia, l'esistenza di questa società " illegale" ed il nostro intervento per la pianificazione di spazi dedicati agli abitanti non risolve in niente un problema che sembra ricorrente per queste persone, quello dell'integrazione. Effettivamente, vivendo in questo spazio alle andature di fortezza, credo che questi occupanti vivono in qualche modo in autarchia mentre occorrerebbe loro pensare un mezzo del connesso Métropoliz alla metropoli di Roma, nello scopo di integrarli e di fare evolversi la loro situazione.

Mi sembra completamente opportuno di incoraggiare degli interventi in situ dunque come l'abbiamo fatto, perché il loro impacte sembra buono più forte e più ragguardevole che un lavoro concettuale e mentale realizzato su carta, siccome abbiamo l'abitudine di farlo col progetto di architettura per esempio. Anche, è in questo senso che questa esperienza è stata per me estremamente arricchita. Infatti, come il personaggio di Candido di Voltaire nel lavoro, che cresce intellectualmente per tutto. E se questo cambiamento di opinione mi ha riguardato, bisogna dare anche questa opportunità ad altre persone perché il contatto permette di apprezzare la differenza. Quando sono arrivato a Metropoliz avevo molti pregiudizi in testa e quasi una poca paura di questi abitanti che pensavo differente di me, ma dopo una settimana passata in questo luogo il mio sguardo ha cambiato completamente ed ero malinconico all'idea di dovere lasciare questo luogo e questi occupanti. Del resto, l'infima parte di lavoro che abbiamo compiuto per gli abitanti di Metropoliz mi sembra molto irrisoria faccia alle ricchezze, tanto culturali ed umane, che queste persone ci hanno dato in ritorno.

2 commenti:

  1. ciao Jérôme,
    mi piace che tu identifichi Metropoliz come uno spazio isolato all'interno della città e pensi che serva trovare una maggiore integrazione/connessione. Pensi che che questa possa essere trovata iniziando da interventi come il nostro? Alla fine dell'ultimo paragrafo dici di sì (all'inizio del penultimo sembra che sostieni il contrario) ma come spiegheresti questo meccanismo?
    Molto bene comunque, ho apprezzato molto il tuo paragone col Candido di Voltaire, un libro a cui sono molto affezionato!

    Giorgio

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  2. un po troppo lungo, forse potevi concentrarti sull'ultima parte e sviluppare il riferimento con il Candido di Voltaire. Spero veramente che se l'esperienza ti ha aperto delle piste tu possa continuare a percorrerle, anche tornando a disegnare sulla carta, ma con un' altra consapevolezza.
    bene

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