sabato 20 novembre 2010

Micropoliz (di Esther Athanase)

Metropoliz. Si j'avais pensé un jour faire un tel projet, j'aurais certainement sous-estimé l'impact de celui-ci, tant au niveau de ses habitants que de ce que cela m'a apporté. Etant pour la première fois confrontée à ce genre de projet je n'ai pas assez de matière pour comparer et critiquer de façon approfondie cette expérience mais je peux tout de même faire part de mes simples observations et de la façon dont j'aimerais les développer. L'élément le plus intéressant qui m'ait été donné de constater sur place est cet espèce de microcosme que forme Metropoliz, et à plus grande échelle, celui que forment tous les camps de Rom. Leur connexions, leur hiérarchie, leur façon de vivre ensemble. Il viennent tous d'horizons, de pays différents, n'ont pas la même culture, la même religion, mais ils arrivent tous à vivre ensemble, travailler ensemble, contrairement à ce qui se passe extra-muros, car ils sont tous réunis par le même problème. Certes, chaque « communauté » s'est en quelque sorte regroupée – certainement dans un souci de langage, pour ne pas se sentir seule et éviter le « mal du pays » - mais nous avons pu constater durant ce workshop qu'ils n'avaient aucun problème pour allier leur force et s'entendre dans l'effort. Ils m'ont donné l'impression d'être une population à part entière et d'appartenir au même microcosme. De plus, le fait de vivre cachés à l'intérieur des murs renforce cette idée de « ville dans la ville ».
A plus grande échelle, j'ai été impressionnée de voir comment « fonctionnaient » les différents camps entre eux. On ne se doute pas qu'il y a un tel réseau à l'intérieur même d'une ville telle que Rome.
Et étant donné leur situation, du point de vue social et civil, il y a comme une mise à l'écart de la population de Metropoliz par les habitants, appelons-les en situation régulière, qui les pousse à se retrancher entre eux et qui les exclut de la vie sociale romaine proprement dite. Il se forme alors une sorte d'esprit de communauté, de solidarité entre les différents Rom qui consolide le fait qu'ils font partie d'une unité autre que celle que l'on trouve à l'extérieur de leurs murs. Et c'est donc de leur situation, du jugement des personnes extérieures et de leur localisation que cet effet de microcosme prend forme.
Je n'ai pas vraiment d'avis en ce qui concerne le fait de savoir qui entre l'intra-muros et l'extra-muros possède le meilleur modèle de vie en communauté et je pense qu'il me faudrait beaucoup plus qu'une semaine de Workshop pour le déterminer, mais si je dois me poser une question après cette simple observation, c'est comment, une fois leur situation régularisée et leurs problèmes financiers réglés, les Rom vont-ils s'adapter à cette toute autre façon de vivre qui les entoure?



Metropoliz. Se avessi pensato un giorno fare un tale progetto, avrei sottovalutato certamente l'impatto di questo, tanto al livello dei suoi abitanti che ciò che ciò mi ha portato. Essendo per la prima volta confrontata a questo genere di progetto non ho abbastanza materia per paragonare e criticare in modo approfondita questa esperienza ma posso partecipare però le mie semplici osservazioni e del modo di cui amerei svilupparli. L'elemento più interessante che mi sia stato dato di constatare è sul posto questa specie di microcosmo che forma Metropoliz, ed a più grande scala, quello che formano tutti i campi di Rom. Le loro connessioni, la loro gerarchia, il loro modo di vivere insieme. Viene tutti di orizzonti, di paesi differenti, non hanno la stessa cultura, la stessa religione, ma arrivano tutti a vivere insieme, lavorare insieme, contrariamente a ciò che accade extra-muros, perché sono riuniti tutti per lo stesso problema. Ogni "comunità" si è raggruppato certo, in qualche modo - certamente in una preoccupazione di linguaggio, per non sentirsi sola ed evitare il " nostalgia di casa ", - ma abbiamo potuto constatare durante questo workshop che non avevano nessuno problema per alleare la loro forza ed intendersi nello sforzo. Mi hanno dato l'impressione di essere a pieno titolo una popolazione e di appartenere allo stesso microcosmo. Di più, il fatto di vivere nascosti dentro ai muri rinforzi questa idea di "città nella città".
A più grande scala, sono stata impressionata di vedere come "funzionavano" i differenti campi tra essi. Non sospetta che c'è all'interno una tale rete stessa di una città come Roma.
E considerando la loro situazione, del punto di vista sociale e civile, c'è come un collocamento lontano dalla popolazione di Metropoliz per gli abitanti, chiamiamoli in situazione regolare che li spinge a trincerarsi tra essi e che li esclude della vita sociale romana propriamente detta.
Si forma allora un tipo di spirito di comunità, di solidarietà tra i differenti Rom che consolidano il fatto che fanno parte di un'unità altro che quella che si trova all'esterno dei loro muri. E è dunque della loro situazione, del giudizio delle persone esterne e della loro localizzazione che questo effetto di microcosmo prende forma.
Non ho veramente parere in ciò che riguarda il fatto di sapere chi tra l'intra-muros e gli extra-muros possiedo il migliore modello di vita in comunità ed io penso che mi occorrerebbe molto più che una settimana Workshop per determinarlo, ma se devo porsimi una domanda dopo questa semplice osservazione, questo è come, una volta la loro situazione regolarizzata ed i loro problemi finanziari regolati, i Rom vanno essi adattarsi a questo tutto altro modo di vivere chi li cinge?

1 commento:

  1. ciao Esther,

    mi piace molto che definisci Metropoliz come una 'micropolis', e che riconosci le tante differenze che ci sono all'interno e come queste vadano a determinare l'assetto spaziale e abitativo all'interno di questo.
    Con intra- e extra-muros intendi dentro e fuori Metropoliz? O al di qua / al di là del muro che separa la comunità Rom dalle altre? Nell'ultimo paragrafo sembra che parli di questo... Quando dici 'differenti Rom' però cosa intendi?
    Bene che ti poni il problema, di difficile risposta, di adattamento della popolazione di Metropoliz (parli ancora semplicemente di Rom però) a ciò che è loro intorno. E' uno degli interrogativi che 'aprire' uno spazio del genere porta con sé.

    Giorgio

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