giovedì 18 novembre 2010

E la barca va... (Melania Forgione)



Che cos’è il gioco? Un passatempo inutile per bambini? Un ottimo mezzo per educare? Ci sono tante domande che mi sono posta il primo giorno, il nostro compito era di fare domande a persone che non conoscevamo, tra imbarazzo e altro abbiamo visto un gruppo di bambini giocare con un semplice cavo di fili elettrici trasformato in corda … ci siamo uniti a loro a giocare e a divertirci e li siamo diventati inseparabili.
Così giocano loro, non hanno giocattoli, usano la fantasia, tutto quello che riescono a trovare, da un semplice bastone da sci viene trasformato in spada. Ebbene, io abituata a giocare con i lego e le bambole mi sono adeguata e ho imparato a usare anch’io la fantasia insieme a loro.
Difficoltà anche nel pensare cosa potevamo realizzare con pochi mezzi, abbiamo deciso di farci un giro per METROPOLIZ e abbiamo scoperto che gli abitanti le loro case se le sono ricavate con pezzi riciclati, e cosi li abbiamo imitati. Quando la pioggia ci ha costretto in spazi coperti, ai bambini abbiamo dato carta e colori per esprimere il loro mondo fatto di cose semplice e essenziali ma pieni di entusiasmo, di vivacità, di allegria che non ha niente da invidiare ai loro coetanei che passano dei pomeriggi solitari davanti alla tv e ai costosissimi giochi virtuali.


Marius (9 anni) ha disegnato una barca, il disegno è ricco di particolari, colori e fantasia. I numerosi oblò che si affacciano all’orizzonte sembra vogliano ospitare le numerose famiglie di METROPOLIZ e portarle lontano verso un mondo migliore. Noi quella piccola barca l’abbiamo realizzata trasformando una semplice “vasca da bagno”, recuperata nella loro discarica “privata”, in barca facendo viaggiare i bambini in posti lontani che si possono raggiungere solo con i sogni.
Insieme ai piccoli abbiamo costruito un mare di cartongesso, recuperato nel magazzino di Lucio che è ricco di tutto quello che la società civile scarta … facendo una meravigliosa opera ecologica ed evitando di far finire in discarica tanto materiale. Nel mare nuotano tanti pesciolini disegnati dai bimbi con il loro nome quasi a designarne la proprietà. Giocare per questi bambini significa ottenere benefici intellettivi: il gioco fornisce molte informazioni sulle caratteristiche fisiche dell’ambiente che lo circonda. Benefici fisici: i giochi permettono di sviluppare un corpo che lavori al massimo dell’efficienza e imparando a dominare gli impulsi acquista la libertà vera. Benefici psicologici: i giochi danno ai bambini fiducia in se stessi come essere indipendenti e autonomi. Se anche il gioco non portasse a tutto questo mi basta già aver fatto sorridere questi bambini.

1 commento:

  1. ciao Melania,
    è molto bello il tuo racconto e traspare come sia possibile reinventare e dare nuovi significati a ciò che prima era semplicemente scarto. La barca, estemizzando, è un bellissimo 'assemblage'. Conosci Tinguely? Riusciresti a trovare delle affinità con quello che avete fatto voi?

    http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Tinguely
    http://www.art-and-play.com/Art_and_Play/Jean_Tinguely.html

    La componente ludica in ciò è molto presente. Mi piacerebbe approfondissi in futuro quanto scrivi alla fine riguardo i benefici del gioco (non solo per i bambini, ma anche per gli adulti), c'è tanta letteratura al proposito... mi consulto con il prof (che ne sa molto ma molto più di me sul tema) e ti diamo un po' di bibliografia.

    brava,
    Giorgio

    RispondiElimina