lunedì 22 novembre 2010

Michelangelo versus Metropoliz (di Guido Pederzoli)

La settimana del workshop del Prof. Careri ,passata nello stabile occupato del ex fabbrica Fiorucci sulla Prenestina, chiamato dai suoi occupanti “Metropoliz” è stata un esperienza molto forte,intensa e diversa rispetto agli altri corsi universitari.
Il tema che ho travato più interessante e che ho vissuto in prima persona è stato la riqualificazione di uno spazio pubblico in un luogo molto degradato.
Il mio lavoro e quello dei miei compagni è stato ricreare su una piccola piazzetta (circa 16m x 20m) la pavimentazione di Michelangelo a Piazza del Campidoglio.
Il primo giorno dei lavori ci siamo trovati di fronte a delle tematiche nuove:

1)come costruire il disegno geometrico.
2)come realizzare la pavimentazione.
3)come rendere partecipe gli abitanti del luogo.

Dopo un attimo di sconcerto,abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e trovando per il cantiere del materiale e degli utensili , andando a comprare con una piccola spesa il resto dei materiali mancati , abbiamo iniziato a costruire il disegno fissando al terreno dei chiodi e misurando con assi e spaghi i vari incroci di cui avevamo bisogno.
La prima grande sorpresa fu che mentre noi lavoravamo e il disegno iniziava a uscire dall’asfalto gli abitanti delle case non davano nessun importanza al nostro lavoro e non sembravano neanche stupiti.
Il giorno dopo, appena arrivati abbiamo trovato distrutto il nostro lavoro dai bambini. Increduli dell’accaduto con grande amarezza abbiamo deciso di ricominciare da capo tutto il lavoro; la differenza però sostanziale e che abbiamo cercato di raccontare e spiegare il nostro lavoro e la storia del disegno alla comunità che si è subito interessata di più al progetto. I bambini che si dimostravano interessati si sono subito messi all’opera e mentre qualcuno di loro ci aiutava gli altri tenevano d’occhio i bambini più piccoli e scalmanati.
La cosa che ci ha dato più soddisfazione alla fine del lavoro è stato vedere come rendendo partecipe tutte le persone che usufruiranno dello spazio, il lavoro può diventare più facile e veloce.¬¬¬¬
Questo Workshop mi ha fatto percepire come attraverso un segno, un piccolo particolare, la vita sociale di un luogo può notevolmente migliorare.
Di come adesso all’interno di questo luogo ci si senta parte di una comunità o almeno all’interno di qualcosa di organizzato e non casuale.
So che il nostro piccolo intervento non avrà un miglioramento all’interno delle vite degli abitanti di metropoliz, ma credo fortemente che ogni volta che la sera si ritroveranno in quel piccolo rettangolo d’asfalto, avranno un po’ l’idea di sentirsi all’ interno di una piazza di un piccolo borgo e forse saranno più sereni e liberi di intraprendere un dialogo con i propri vicini come se fossero gli stessi abitanti del paese, anche se in realtà saranno persone molto diverse proveniente da tutto il mondo che hanno molte difficoltà linguistico-culturale nell’ avvicinarsi.

2 commenti:

  1. ciao Guido,

    molto interessante e ben strutturato. Mi piace la progressione da un approccio sostanzialmente 'tecnico' verso la piazza a uno in cui la piazza stessa prende vita, coinvolge gli abitanti anche nella sua stessa costruzione, rimane come 'simbolo' (mi piace quando dici "attraverso un segno") per una vita futura in cui sarà possibile il confronto.
    Pensi che un simile processo di 'preservazione' dello spazio comune possa avvenire anche autonomamente, senza un intervento che ne faccia notare il valore?

    Giorgio

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  2. mi piace soprattutto perchè chi legge può capire da questo tuo testo quello che materialmente avete fatto, e anche delle difficoltà contingenti. ha ragione giorgio, è apprezzabile come vai dal tecnico al concettuale
    e poi spieghi la piazza, che è una cosa importante e non secondaria, andava fatto
    bravo

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