La cosa che mi ha colpito di questo workshop è come la collaborazione tra persone di etnie,culture ed età diversa,con uno stesso fine,sia riuscita ad ottenere notevoli risultati in pochissimo tempo.
Fondamentali,per la realizzazione delle due aree sono state l'esperienza lavorativa degli abitanti dello stabile,che ci hanno aiutato ad incrementare le nostre conoscenze pratiche , la determinazione che hanno avuto per avere questo spazio collettivo dove interagire, e la nostra voglia per rendere tutto questo possibile.
Non tutti hanno pensato che questa fosse una bella idea,sia qualche abitante,che non ha fatto niente per contribuire a questa iniziativa,sia qualche studente che pur avendo partecipato,si è sentito usato per una causa che non lo riguardava.
Onestamente io non mi sono sentito sfruttato,al contrario sono stato contentissimo di aver fatto questa esperienza,perché ho potuto relazionarmi e confrontarmi con persone provenienti da qualunque parte del mondo,conoscere le loro culture,le loro usanze e le loro pietanze. Posso dire di aver cambiato il mio modo di vedere le cose...
Naturalmente questa collaborazione non è stata priva di incomprensioni e dissensi da parte dei partecipanti,in quanto non avendo un progetto prestabilito c'è stato un confronto diretto dei punti di vista di ognuno.
Spero che questo workshop non sia servito solo a noi per capire che collaborare è fondamentale in qualsiasi ambito...ma anche agli abitanti del campo,e che questa cosa non sia interpretata da loro come un regalo o come qualcosa di eccezionale, bensì come un insegnamento.
Mi auguro che abbiano capito che se vogliono qualcosa lo possono ottenere semplicemente con le loro forze e cooperando l'uno con l'altro,senza aspettare un aiuto esterno.
Credo di aver imparato molte cose da questo workshop. Non solo sul piano pratico,ma anche in quello umano.
Ho fatto cose che non avrei mai pensato di essere in grado di fare,come costruire una cattedra,smontare brisoleil o rimuovere dei vetri dagli infissi. Ma non si limita qui ciò che mi ha lasciato il workshop, bensì aver capito che relazionarsi con gli altri è fondamentale per accrescere il proprio livello di conoscenza personale.
ciao matteo,
RispondiEliminabene le tue riflessioni, anche se adotti una progressione un po' troppo rapsodica, frammentata, che compromette un po' la lettura. Penso che tu raggiunga il succo del discorso nei due paragrafi centrali "spero che questo workshop... Mi auguro che abbiano..."
Sono cose che semplicemente ti auguri o pensi che accadranno? Dici 'senza aiuto esterno', ma vedi quello che abbiamo fatto come un 'insegnamento'. Dove pensi che le due cose confliggano? Sono d'accordo e anche felice che fuggi l'idea del 'regalo' e dell' 'eccezionalità', ma eviterei il termine 'insegnare'. Come pensi possa essere riproposto lo stesso concetto evitando questa parola? Non voglio dirti che è sbagliata a priori, ma mi sembra che in tutto il post parli molto di partecipazione e di insegnamento in entrambi i versi (anche da parte loro verso di noi)... e quindi quella frase lì sorprende un po' in questo contesto.
Molto bene comunque!
Giorgio